Durante il mio intervento all’Astro Pub di Luca Fornaciari nel gennaio 2025 avevo affermato di non aver mai provato telescopi Newtoniani in astrofotografia.
Pochi giorni dopo, Giuliano Monti di Tecnosky mi ha contattato per propormi di testare il loro Newton 200/800 CARBON Series: un classico telescopio con uno specchio primario parabolico da 200 mm e una focale di 800 mm, che garantisce un rapporto focale di F/4.

Costruzione e materiali

Il telescopio è interamente prodotto da GSO su specifiche esclusive Tecnosky e , nell’allestimento base, comprende un focheggiatore ibrido Monorail/Rack-pinion da 2", anelli di sostegno, una barra Losmandy e una Vixen (montate ai lati opposti degli anelli) e un supporto per cercatore.

Lo specchio secondario, con un diametro di 70 mm, determina un’ostruzione lineare del 35%, corrispondente a una perdita di luce di circa il 12% rispetto a un’ottica equivalente non ostruita. Il supporto del secondario è il classico spider a quattro bracci realizzato con lavorazione CNC: i supporti, dallo spessore generoso, assicurano totale stabilità e conferiscono alle immagini i caratteristici "spikes", tanto apprezzati dagli estimatori di questo tipo di strumento.

La collimazione del secondario avviene tramite tre viti a brugola disposte a 120°.

La cella del primario, anch’essa lavorata CNC, presenta tre punti di appoggio vicino alla circonferenza dello specchio, con distanziatori in sughero, e un sistema di collimazione semplice ma efficace. È inoltre dotata di un tappo in plastica che chiude completamente la culatta del telescopio.

L’interno del tubo è dotato di numerosi diaframmi e rivestito con una vernice nera opaca, per minimizzare la luce diffusa.

Il mio principale timore riguardava la gestione del peso della mia Moravian G3 16200, equipaggiata con una ruota interna a 5 posizioni e una ruota portafiltri esterna a 7 posizioni, per un peso totale di oltre 3 kg.
Per questo motivo, Tecnosky mi ha fornito il telescopio con un upgrade: il focheggiatore Precision Focuser 2”, capace di sostenere fino a 4 kg.

Oltre al telescopio, ho ricevuto due accessori essenziali per chi pratica astrofotografia:


1. Correttore di Coma ED 4 elementi Full Frame

Un componente imprescindibile per correggere l’aberrazione tipica dei Newton a specchio parabolico, tanto più evidente quanto più basso è il rapporto focale. Il correttore ED a 4 elementi garantisce una correzione perfetta fino al formato Full Frame (24x36 mm), senza alterare la focale nativa; non possedendo un sensore così grande non ho potuto verificare la qualità del correttore fino ai suoi limiti, ma, come si vedrà più avanti, sulla Moravian 16200 si comporta egregiamente.

2. Motorizzazione per il focheggiatore Tecnosky-Vision AAF

Fondamentale per l’automazione delle sessioni di ripresa e per una regolazione fine e precisa della messa a fuoco.

Altro accessorio estremamente interessante è il sistema di bloccaggio autocentrante da avvitare al focheggiatore: purtroppo, pur avendolo ricevuto e montato, non ho potuto provarlo adeguatamente a causa del back-focus della mia camera che non mi dava sufficiente margine per la messa a fuoco.

Prime impressioni

Fin dal primo contatto, il telescopio si è rivelato sorprendentemente leggero (meno di 7 kg) grazie al tubo in carbonio e alle componenti in alluminio, senza sacrificare la solidità strutturale.
Il focheggiatore ha sostenuto senza problemi la mia camera, e la motorizzazione ha gestito il peso senza difficoltà, anche in posizioni sfavorevoli.

L’unico aspetto migliorabile riguarda i tappi in plastica della culatta e del tubo, che, pur svolgendo egregiamente il loro compito, stonano rispetto alla qualità generale dello strumento.

I test sul campo

Ho montato il Newton sulla mia 10Micron GM1000, con l’intenzione di sfruttare il sistema HPS per pose lunghe senza autoguida. Per ottenere risultati ottimali, era fondamentale che il treno ottico fosse esente da flessioni eccessive, altrimenti il modello della montatura non avrebbe potuto correggerle totalmente, generando del mosso dopo pochi minuti di esposizione.

A causa delle dimensioni della mia camera, ho dovuto montare il setup con la camera "a sbalzo", invece della classica configurazione con la camera in basso. Questo ha aumentato il braccio di leva, richiedendo 12 kg di contrappesi.

Immagine 03

Il parametro fondamentale da controllare quando si vuole utilizzare il sistema HPS è l’RMS (il valore quadratico medio dell’errore di puntamento) del modello creato dalla montatura: se l’RMS è inferiore a 10 secondi d’arco il modello è buono e si può rinunciare all’autoguida, se supera i 15” il sistema HPS potrebbe non funzionare adeguatamente.

Dopo aver creato un modello a 30 punti tramite il plugin di modellazione 10Micron di N.I.N.A., l’RMS ottenuto è stato di poco superiore a 5”, segno di un’ottima rigidità del setup, nonostante la il peso e l’ingombro della mia camera CCD.

Sono passato quindi alla fase di imaging, ma il primissimo risultato è stato piuttosto deludente: nonostante la messa a fuoco fosse perfetta e l’inseguimento preciso, tutte le stelle al centro del campo sembravano “sbavate” mentre quelle negli angoli apparivano notevolmente deformate.

Pre collimazione

 

Dopo un iniziale momento di smarrimento mi sono però ricordato di avere a che fare con un Newton che, per giunta, era stato consegnato da un corriere espresso: non avevo verificato la collimazione prima di montare la camera!

Facendo un rapido controllo con un collimatore laser (anch’esso gentilmente fornito da Tecnosky) ho riscontrato una leggera scollimazione.

Dopo una rapida regolazione, esclusivamente grazie al laser, la nuova immagine è risultata perfetta fino agli angoli del sensore APS-H della Moravian (KAF-16200 27,0x21,6 mm, diagonale 34,6 mm).

Post collimazione

In tutte le sessioni successive non ho più dovuto ricollimare il telescopio, nonostante significative escursioni termiche.

Nonostante il cielo mediocre della pianura lombarda, le immagini mi hanno sorpreso.

Abituato a lavorare con il mio William Optics 110 FLT a F/5.8 e con il C9 ¼ a F/10, il F/4 di questo Newton si è fatto subito notare.

Ecco alcuni degli scatti di prova che ho ottenuto: ricordo che le riprese sono state fatte da un cielo cittadino alle porte di Brescia con un SQM medio di 18.7.

M@H 35: Messier 35, NGC2158 and IC2157 IC 410: Narrow Band Tadpoles
NGC 2237: The rosette from Mysty Lombardy M@H 81-82: The Ursa Maior Triplet, M81 M82 NGC3077

 

Analizzando i flat field, ho misurato una caduta di luce del 40% sulla diagonale del sensore da 34,6 mm. Questo valore, pur significativo, è gestibile in fase di calibrazione.

Ringraziamenti e Conclusioni

Desidero esprimere i miei più sinceri ringraziamenti a Giuliano Monti e a tutta la squadra Tecnosky per avermi concesso l’opportunità di testare il loro Il Newton Tecnosky 200/800 CARBON Series. Ho trovato uno strumento di alta qualità molto interessante e capace di offrire eccellenti prestazioni nella fotografia deep sky.

Si è dimostrato un ottimo strumento per la fotografia deep sky di campi medi: compatto, leggero ma robusto, senza flessioni evidenti anche con camere pesanti.

Unica nota da considerare è la vignettatura con una caduta di luce del 40% dovuta, probabilmente, al focheggiatore da 2”: per camere oltre il formato APS-C sarebbe preferibile avere un diametro da 2,5” o addirittura 3”.

Tuttavia, dato che la vignettatura è perfettamente recuperabile in fase di calibrazione, trovo questo un aspetto del tutto gestibile.

Penso che il rapporto qualità/prezzo di questo strumento sia impareggiabile.

Mi è piaciuto? Ho appena ordinato il suo fratellone 250/1000: giudicate voi.

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