Sono ormai svariati anni che mi dedico alla fotografia astronomica, prima con la pellicola, poi con la DSLR approdando infine al CCD monocromatico.
Come molti astrofotografi ho iniziato la mia carriera, al tempo delle pellicole chimiche, con gli scatti su treppiede fisso, per poi passare alla fotografia in parallelo ad inseguimento manuale e, in men che non si dica, alla fotografia a fuoco diretto.

Ciò che rimpiango del primo periodo sono proprio le immagini a largo campo degli oggetti celesti: attualmente preferisco dedicare l’attrezzatura sofisticata ad immagini più “elaborate”, a focali medio lunghe piuttosto che ad una “banale” fotografia a largo campo di una costellazione con il teleobiettivo in parallelo allo strumento principale.
In questi anni la mia attrezzatura si è via via evoluta ed è cresciuta in qualità e, soprattutto, in quantità: treppiede, montatura, telescopio, computer, prolunghe, power tank, fotocamere e chi più ne ha più ne metta e le sessioni astro-fotografiche sono diventate via via sempre più laboriose e dispendiose in termini di tempo.
Ultimamente quindi ho cominciato a desiderare un’alternativa leggera per le sessioni mordi e fuggi, per esempio quando si è in ferie con la famiglia e non si vuole o non si può portare l’intera attrezzatura fotografica con sé o semplicemente per sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione per la fotografia: ecco quindi l’idea di acquistare un astro-inseguitore.
Dopo aver vagliato diverse alternative sul mercato, a giugno 2014, ho visto su una rivista la pubblicità dell’ultimo nato in casa Sky‑Watcher: lo Star Adventurer.
Ciò che mi ha colpito immediatamente di questo prodotto è l’aspetto da “piccola montatura” che permette di utilizzarla, tramite appositi accessori, non solo con macchine fotografiche, ma anche con piccoli telescopi.
Dopo qualche ricerca su internet ho deciso di acquistare il pacchetto Full Optional: astro-inseguitore, testa per il montaggio in equatoriale, barra doppia con movimento in declinazione, contrappeso da 1kg.


La prima impressione


Al primo approccio questo strumento sembra ben fatto, i controlli sono essenziali ma chiari: un interruttore/selettore di velocità, un selettore di emisfero Nord/Sud e un paio di pulsanti per il moto veloce in AR (12 X) utilissimi quando si usa lo Star Adventurer come mini montatura.
Oltre a questi controlli sono presenti alcuni connettori: l'ingresso mini USB che permette di collegare lo Star Adventurer al PC per l'aggiornamento del firmware o, cosa utilissima, per alimentarlo tramite presa USB, il connettore per il cavo opzionale che permette di controllare lo scatto delle più diffuse DSLR ed infine l'ingresso per l'autoguida ST4 che permette di effettuare correzioni in AR.
Le ghiere di blocco delle frizioni di AR e DEC (se si possiede la barra con il movimento in declinazione) sono ben realizzate e facili da usare anche indossando i guanti.
L'accessorio che permette il movimento in declinazione possiede anche un pomello di regolazione fine, ottimo per centrare perfettamente il campo da inquadrare anche con la frizione chiusa.
All'arrivo il cannocchiale polare è risultato ben allineato con l'asse della montatura, ma la scala graduata per il posizionamento del riferimento polare era completamente sballata; sono comunque bastati una decina di minuti, seguendo le indicazioni del manuale di istruzioni (purtroppo, per ora, solo in inglese) per eseguire la calibrazione.
È importante eseguire questo test prima di iniziare a fotografare perché la precisione di inseguimento dipende fortemente dall'accuratezza di puntamento del polo celeste: un puntamento inaccurato si traduce in una forte deriva in declinazione, visibile, alle focali più lunghe, anche dopo pochi minuti.

Il primo test


20140811 151106 SMALLEssendo impaziente ho deciso di testare subito lo Star Adventurer in modalità mini montatura con un Coronado PST.
Il montaggio si è rivelato molto semplice e immediato: la testa equatoriale, con una filettatura fotografica da 1/4”, ha una slitta Vixen con relativa barra che viene fissata nella filettatura dell'astro-inseguitore utilizzando la chiave a brugola inclusa nella confezione.
A questo punto si applica la barra col supporto di declinazione alla quale si avvita il kit del contrappeso e si fissa il telescopio tramite l'attacco fotografico da 3/8” si bilancia ed il gioco è fatto.
Basta inserire 4 batterie tipo AA e lo strumento è pronto per l'utilizzo: allineando il polo in maniera approssimativa con una bussola e impostando lo Star Adventurer per l'inseguimento a velocità solare è stato possibile inseguire la nostra stella per un'ora eseguendo ogni tanto delle semplici correzioni in declinazione (facilitate dal pomello di regolazione fine) causate dall'allineamento polare approssimativo.

Sul campo

È però sul campo che un astro-inseguitore deve dimostrare il proprio valore, inseguendo con precisione la volta stellata.
La messa in stazione è assai semplificata dal cannocchiale polare incorporato nell'asse di AR: è lo stesso modello presente nelle sorelle maggiori di casa Sky‑Watcher, con una scala graduata che, una volta calibrata, permette di trovare la posizione della polare semplicemente impostando data, ora e differenza in latitudine rispetto al meridiano centrale di riferimento.
L'unico problema è che per montare l'indispensabile illuminatore del reticolo è necessario rimuovere la testa a sfera o la barra di latitudine.
Per questo è consigliabile montare lo Star Adventurer su un treppiede solido in grado di non flettersi quando viene montata la camera e l'eventuale contrappeso.
Le regolazioni fini in azimut e altezza permettono di posizionare con precisione la stella polare sul reticolo; la regolazione in azimut è molto precisa, quella in altezza mostra un piccolo gioco che però non infastidisce troppo e una volta serrate le frizioni, non influisce sulla precisione di puntamento.

SetupNotturnoEffettuato lo stazionamento basta montare la camera, puntare il soggetto e avviare l'inseguimento per cominciare a fotografare.
L'interruttore, che ricorda il selettore a disco dei vecchi telefoni, permette di impostare diverse velocità: siderale, lunare, solare, 0,5X permettono di fare le classiche foto astronomiche, mentre le velocità 2x, 6x e 12x permettono di utilizzare lo strumento come un dolly rotante per la fotografia time-lapse.
Quando viene selezionata una velocità la sua indicazione si illumina debolmente di rosso in modo che anche al buio risulta davvero difficile sbagliare.
Prima di esporre i risultati che ho ottenuto, ci tengo a sottolineare una cosa: le mie considerazioni sono il frutto di pochi test su un singolo esemplare e quindi non devono essere considerati come statisticamente accurati né rappresentativi dell'intera produzione.
Per mettere alla prova lo strumento ho voluto "partire cattivo": la prima sera con uno zoom sigma 28-300 impostato a 80mm la seconda, più impegnativa, con un teleobiettivo Elmarit 180mm del peso complessivo (camera + ottica) di 1,9 kg.

Lo Star Adventurer è stato alimentato tramite una piccola power tank esterna alla quale è stata collegata anche la fotocamera.
La camera usata è stata una Canon 350D con pixel da 6,4 µm e, in entrambi i casi, il tempo di posa è stato di 3 minuti; con entrambe le configurazioni, nessuna delle pose singole è risultata mossa.
La tabella seguente riassume le condizioni di due dei test fatti: il migliore e il peggiore.

Prova

Focale

Del soggetto

Tempo di posa.

Scala immagine

[arcsec/pixel]

Mosso complessivo

Mosso in AR

Posa massima*

Migliore

180 mm

58°N

2,7 ore

7,3

48 pixel

5,84 arcmin

26 pixel

3,16 arcmin

6,8 min

Peggiore

80 mm

43°N

2 ore

16,6

44 pixel

12,2 arcmin

40 pixel

11 arcmin

5,5 min

*Posa massima calcolata concedendo un mosso massimo di 2 pixel

 

 moto 2  moto 1
 Traccia del test a 80 mm  Traccia del test a 180mm

 

Essendo i due test condotti in due giorni diversi, riposizionando lo SA tra un prova e l'altra, è difficile fare un confronto diretto tra le due ed è difficile capire a cosa sia dovuta la grande differenza tra i due test.

L'unica differenza significativa è che la batteria usata per alimentare esternamente l'astro-inseguitore durante la prova che ha dato il risultato peggiore aveva un livello di carica inferiore tanto che, a fine prova, ha dato il segnale di batteria scarica: questo potrebbe aver influito sulla precisione di inseguimento (e forse causato la traccia curva).
La batteria è poi stata ricaricata prima della prova migliore.
Assumendo quindi la prova migliore come riferimento si può facilmente estrapolare la seguente tabella dei tempi di posa massimi.
Tempi di posa massimi in minuti accettando un mosso di 2 pixel

 

Tempi di posa massimi in minuti accettando un mosso di 2 pixel

Declinazione [°] Nord o Sud

0

20

40

60

80

Focale [mm]

18

36

38,3

47

72,1

207,5

28

23,2

24,7

30,2

46,3

133,4

50

13

13,8

16,9

25,9

74,7

80

8,1

8,6

10,6

16,2

46,7

135

4,8

5,1

6,3

9,6

27,7

180

3,6

3,8

4,7

7,2

20,8

200

3,2

3,5

4,2

6,5

18,7

 

 

 

 

É facile notare anche che durante la prova migliore il mosso è avvenuto principalmente in declinazione a causa dell'imprecisione di puntamento del polo.

Quindi è necessario eseguire un puntamento polare il più accurato possibile utilizzando nel contempo un treppiede robusto in grado di sostenere l'attrezzatura senza flettersi.

Ecco alcuni scatti effettuati con questo utile strumento

 

Le funzioni non testate

Durante il test non ho potuto provare tutte le funzioni di questo versatile oggetto.

In primo luogo la funzione di autoguida che permette, tramite la porta ST4, di collegare un secondo telescopio che esegue le correzioni di AR allungando i tempi di posa minimi, soprattutto alle focali più lunghe.
Non ho provato neppure la funzione che permette di collegare un cavo di autoscatto alla fotocamera: per come è progettata però, secondo me, questa funzione ha una utilità limitata.
Infatti gli intervalli e i tempi di posa preimpostati (sulla base della velocità di inseguimento) non possono essere personalizzati.

Conclusioni

Durante queste primissime prove Lo Star Adventurer si è dimostrato un ottimo strumento.
Facile da montare e da operare permette di eseguire spettacolari riprese del profondo cielo anche con tempi di posa decisamente lunghi se si fotografa a focali corte.
La possibilità di montare piccoli telescopi lo rende uno strumento versatile anche per chi non si occupa di astrofotografia e lo rende, di fatto, una mini montatura.
La sua compattezza permette di portarlo praticamente ovunque: è stato possibile inserirlo, con tutti i suoi accessori, in una valigetta di alluminio più piccola di una ventiquattrore.
Se potesse parlare direbbe “Non chiamatemi astro-inseguitore!”.

 

In Italia lo Star Adventurer è commercializzato dalla ditta Auriga

 

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